Ora ed ancora



Pubblichiamo un articolo della blogger Elena Mazzali.

Nella serata di Domenica 4 Marzo, l’Unipol Arena ha ospitato la settantesima ed inaspettata tappa dell’Ora Tour.

Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, assieme alla sua band e a tutto il suo staff, ha realizzato uno spettacolo mozzafiato, pieno di emozioni e di un’energia che solo lui riesce a trasmettere: infatti un concerto tira l’altro!

Dopo il rinvio, causa del maltempo, a Bologna è stata realizzata l’ultima tappa prima della partenza per gli USA: Miami, Los Angeles, Austin e New York ospiteranno la straordinaria festa che Lorenzo ha preparato e già realizzato per tutti i fans italiani.

Il concerto inizia puntualmente e con un “piccolo show” dei 5 addetti alle luci: tutto il pubblico era con il naso all’insù, forse stupito e in fermento, per ciò che avrebbe vissuto da lì a pochi minuti, o forse per quanto accaduto a Francesco Pinna. Per altro il concerto è stato un modo per omaggiare questo ragazzo, come espressamente comunicato durante quei momenti di dialogo fra il cantante ed il pubblico.

Lo sa, soprattutto chi ha pagato il biglietto, Lorenzo non è il classico frontman che canta solamente ma, interagisce con i fan in grande stile: sul palco balla, salta, corre insomma non si ferma, le luci delle sue scarpe glitterate giocano insieme agli effetti speciali ed ai visual. Lo schermo trasmette tutto ciò che accade sul palco che, per altro, riporta una protuberanza articolata fino a metà, di quella che tecnicamente è chiamata la zona “prato” o “parterre”.

Si abbassano le luci, ecco che Piero Angela introduce il viaggio a bordo della navicella spaziale “Ora Tour”: numerosi i mash up fra canzoni storiche e più recenti, tanti i brani cantati ed estratti dal nuovo album (che da il nome al tour), ma diversi sono anche quelli provenienti dall’ album “Safari”. Megamix, Mezzogiorno, Tutto l’amore che ho, La notte dei desideri, Bella, L’ombelico del mondo, Il più grande spettacolo dopo il big bang sono solamente alcune delle canzoni presenti nella scaletta scritta per la data bolognese.

In quest’ultima tappa non è mancata una parte acustica, caratterizzata da una significativa interazione cantante-fan. Proprio in questo momento, Jovanotti commemora la scomparsa del Grande Maestro Lucio Dalla cantando “L’anno che verrà”, seguito dagli applausi di tutta l’arena che, nel migliore dei modi, conclude con un corale “Ciao Lucio”. Come sempre, a testimonianza del grande affetto di cui gode questo artista, una tribuna delle grandi occasioni: Claudio Cecchetto, Cesare Cremonini, Luca Carboni , Francesco Renga, sono solo alcuni dei personaggi che hanno voluto essere presenti.

Il circo, come lo stesso cantante l’ha definito, ti prende, ti smuove dentro, ti carica talmente tanto che alla fine ne senti la mancanza. Ora gli americani possono godersi la grande festa rappresentata dall’Ora tour ma, per fortuna, a noi rimangono i ricordi e questo video..

“come state, come ve la passate.. ci riuscite voi a rinunciare alle cose che vi preoccupano l’entusiamo? Ci riuscite? è quello il lavoro, giornalmente no?!,perché se uno va a vedere le cose che preoccupano c’è ne sono un casino, forse la maggioranza, però poi c’è l’entusiasmo.. [..]

Perché siamo in un posto che ha un sacco di anni, si celebra i 150 anni della storia d’Italia, un posto bellissimo..  importantissimo però l’evoluzione c’ha fornito degli occhi che, non c’è li ha messi dietro, c’è li ha messi davanti.. ci sarà un motivo, no? Se no ci avrebbe messo anche due occhi dietro quindi l’evoluzione ha fornito all’essere umano degli occhi davanti perché si guardi avanti.. perché è quello che sta davanti che dobbiamo costruire […] il nostro tempo è adesso.. ora.. tre lettere O – R – A- .. ci giochiamo tutto adesso, godetevi la vita ragazzi.. noi ci giochiamo tutto ORA!”

twitter@elenamazzali

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Italia – Francia, sul cinema i cugini ci battono

La Copertina di D de La Repubblica di sabato 10 marzo 2012

Mi chiedevo come mai non riusciamo a livello di cinema italiano, a fare un film con poco budget ma che possa essere ricordato dagli spettatori.

Per esempio, potrei come “appassionato” di cinema seguire tutti i film italiani che dovessero uscire nell’arco di un anno e, credo, che difficilmente mi ricorderei di qualcuno.

A parte, il regista turco, trapiantato in Italia, Ferzan Ozpetek, pochi registi italiani riescono nell’intento di spendere poco per produrre un film e farlo ricordare per molto.

A mio avviso in Francia ci riescono molto meglio di noi.

L’esempio è la commedia “Emotivi anonimi”, film dello scorso anno, produzione francese che sarà costata davvero molto poco, ma che con un’idea esilarante, diversa, originale ti fa sorridere e commuovere, lasciandoti una sensazione di purezza e leggerezza che pochi nostri film riescono a lasciarci.

Ora, sempre made in France, è nelle sale “Quasi amici”, commedia sull’amicizia quasi impossibile, tra un giovane di colore disoccupato che accetta di accudire un milionario paraplegico con tutte le difficoltà del caso.

Perché noi italiani nei cinema non riusciamo a vedere più nulla di made in Italy di originale e che ci comunichi qualcosa, a parte i soliti stereotipi?

Attendiamo risposte che, come sempre, non arriveranno.

twitter@normandilieto

Alda Merini

nettaphoto’s Picture from Flickr.com

Ho pensato tanto a quanta poesia ci fosse nei testi di Lucio Dalla e, ho pensato ancora, alla mia poetessa preferita, Alda Merini.

E ho voluto mettere insieme una delle tante poesie della Merini insieme ad una delle tante canzoni di Lucio, un mix strano, sublime e intriso di poesia.

Proprio quello che volevo ottenere, un risultato straordinario.

Il titolo della poesia della Merini che ho scelto ha un titolo che, non possiamo che dedicare a Lucio Dalla.

“Che la terra ti sia finalmente lieve”

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

(Alda Merini, Terra d’Amore, 2003 )

twitter@normandilieto