Quando la Presidenza è donna

Immaginate un piccolo Paese di neanche 400mila abitanti che chiami i suoi abitanti a decidere su chi dovrà guidare il governo.

Immaginate anche che a ‘contendersi’ la presidenza siano 3 donne.

Immaginate ancora che le 3 ‘aspiranti’ alla presidenza siano sotto i 60 anni di età con una media anagrafica delle 3 candidate che è sotto i 50 anni.

Immaginate che colei che è stata scelta dagli elettori abbia dichiarato pubblicamente in campagna elettorale di non aver mai fatto politica.

Dove siamo?

Siamo in Islanda, dove Halla Tòmasdòttir ha vinto le elezioni presidenziali in Islanda, imponendosi in un affollato campo in cui le altre due principali sfidanti erano anche donne.

La 55enne imprenditrice ha ottenuto il 34,3%, contro il 25.2% dell’ex premier Katrin Jakobsdottir e il 15,5% di Halla Hrund Logadottir.

Tòmasdòttir ha fatto campagna elettorale presentandosi come estranea alle politiche di partito, insistendo sulla necessità di concentrarci su questioni come gli effetti dei social media sulla salute mentale dei giovani, lo sviluppo del turismo ed il ruolo dell’intelligenza artificiale.

La nuova presidente succederà dal primo agosto.

Fonte foto: pagina FB Halla Tómasdóttir

Elezioni europee, i cittadini Ue votano poco convintamente ( a parte alcuni Paesi)

L’8 e il 9 giugno 2024 i cittadini europei saranno chiamati a rinnovare i propri rappresentanti nelle istituzioni Ue.

Dai dati forniti dal Parlamento europeo emerge un quadro abbastanza chiaro di come la media europea dei cittadini che si recano alle urne per andare a votare i propri rappresentanti tra il 2004 e il 2019 non arrivi al 50%: siamo al 45,47% nel 2004, al 42,97% nel 2009 e al 42,61% nel 2014.

È stata proprio l’ultima tornata, quella del 2019 a far registrare un 50,66% di affluenza che ha permesso di superare la ‘soglia psicologica’ di un elettore su due recatosi a votare.

C’è da dire che la mappa dei cittadini dei singoli Stati Ue e dell’affluenza alle elezioni europee del 2019 è molto diversa: a fare la parte del leone sono il Lussemburgo e il Belgio con rispettivamente, l’88,47% e l’84,24% di cittadini aventi diritto che si sono recati alle urne.

Di tutto rispetto le percentuali fatte registrare da Malta con un ragguardevole 72,7% seguita dalla Danimarca con il 66,08%, Germania con il 61,38%, la Spagna con il 60,73% e Austria con il 59,8%.

La Grecia, la stessa che – a detta di molti – avrebbe dovuto ‘odiare’ le istituzioni europee con la manovra ‘lacrime e sangue’ cui fu costretta da Bruxelles ha visto i propri cittadini recarsi a votare con un’affluenza del 58,69%.

Vedere per credere, qui il link ai dati con l’affluenza al voto per le elezioni europee.

Fonte: Parlamento europeo, qui il link:

https://results.elections.europa.eu/it/affluenza/

E l’Italia, noi italiani come ci siamo comportati quando siamo stati chiamati ad esprimerci nelle scorse elezioni europee del 2019?

Stiamo nel mezzo: non l’amiamo particolarmente l’istituzione europea e, contrariamente a quanto possa sembrare, neppure la detestiamo: siamo al 54,50% di affluenza.

Insomma: almeno un italiano su due, nel 2019 è andato a votare per scegliere i propri rappresentanti a Bruxelles.

*Elaborazione Norman di Lieto su dati Parlamento europeo

Il dato che colpisce è quella delle “4 Cenerentole” che ha visto i propri elettori non arrivare a raggiungere il 30% di affluenze alle urne: Slovacchia, Repubblica Ceca, Slovenia e Croazia sono irraggiungibili nei meandri di chi sembra non credere granché nelle elezioni europee.

Fino al 2019, almeno.

Fonte foto: Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

COMMENTI E COMUNITÀ, UN DIALOGO COSTRUTTIVO E NON DISTRUTTIVO BASATO SULL’ODIO

Le notizie di attualità ogni giorno danno la possibilità di commentare a tutti gli utenti lettori della community dei media, ma non sempre i commenti possiamo definirli ‘polite’, tutt’altro.

La libertà d’espressione è sacra, ma qual è il confine che non bisognerebbe mai superare per evitare di finire nel baratro dell’odio online spesso perpetrato dagli haters sovente nascosti sotto profili falsi e/o troll?

I media hanno un compito molto importante per evitare che le discussioni online degenerino, distruggendo tutti i tentativi di avviare una discussione costruttiva basata sui commenti degli utenti che vogliano confrontarsi su di un tema specifico con rispetto reciproco – e non con posizioni estremistiche, polarizzate e troppe volte cariche di odio.

Sabato 11 ottobre a partire dalle 15.00 fino alle 17.00 a Materia Spazio libero a Castronno in provincia di Varese, dialogheremo sugli aspetti sia valoriali che critici sulla gestione e la moderazione dei commenti da parte dei media.

Lo faremo con Pier Luca Santoro di DataMediaHub che ci accompagnerà nelle migliori pratiche da seguire per i media per gestire e moderare una community, anche attraverso la predisposizione di linee guida da seguire.

Il fine ultimo è quello di fare in modo che i commenti tra gli utenti non diventino un campo di battaglia – o terreno di messaggi carichi di odio e sempre più polarizzati – puntando, invece, ad avviare una discussione che sia sempre costruttiva e ricca di spunti di riflessione nella community.

A moderare il tavolo Martina Toppi, giornalista della Provincia di Como e Norman di Lieto che dialogheranno insieme a:

  • Carlo Bartoli, Presidente Ordine nazionale dei Giornalisti;
  • Marco Giovannelli, Direttore Varese News;
  • Luca Levati, Direttore Radio Lombardia.

Per iscriversi, se non si è giornalisti, questo il link per i biglietti gratuiti per l’evento:

Per iscriversi come giornalisti per avere anche il riconoscimento dei crediti formativi per la formazione obbligatoria prevista dall’Ordine nazionale.

Yoox, da primo Unicorno italiano all’annuncio di 200 licenziamenti tra Bologna e Milano

La doccia non è stata fredda, bensì gelata: Yoox Net-a-porter ha dichiarato 211 dipendenti in esubero sui 1.091 in tutta Italia. L’azienda ha comunicato ai sindacati l’avvio della procedura di licenziamento.

I lavoratori a rischio sono concentrati tra Bologna (160) e Milano.

Però su questo annuncio non c’è stato nulla a livello di comunicazione preventiva, con le convocazioni di tavoli sindacali come accade di solito in Italia quando si tratta di esuberi e come da adempimenti di legge in materia di comunicazione preventiva sullo stato di crisi aziendale.

Per questo Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs parlano di una situazione “inaccettabile”, visto che non c’erano avvisaglie di sorta, con i lavoratori letteralmente spiazzati e, ora, nel panico.

Yoox Net-a-porter (Ynap) è nata nel 2000 dalla mente dell’imprenditore emiliano-romagnolo Federico Marchetti, prima start up unicorno italiana in grado di raggiungere, non quotata in Borsa, una valutazione di mercato di almeno un miliardo di dollari.

Dopo la fusione del 2015 con la la britannica Net-à-Porter, qualche anno dopo, nel 2018, è passata di mano: Ynap venne acquisita dal colosso svizzero Richemont, proprietario tra l’altro degli orologi Cartier e delle penne Montblanc.

Richemont l’ha poi venduta tra il 2024 e il 2025 alla tedesca Mytheresa.

La nuova proprietà, che fa capo Luxesperience, ha dichiarato una riduzione di ricavi 191 milioni nell’ultimo esercizio e perdite complessive superiori a 2 miliardi negli ultimi due anni e lanciato una riorganizzazione, che prevede un accentramento delle funzioni attualmente svolte da Yoox a livello di gruppo.