28 Maggio: da Piazza della Loggia a Walter Tobagi

Non sarà mai una data qualunque, il 28 maggio.

Oggi, si celebra il cinquantesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia a Brescia.

Quella mattina, durante una manifestazione contro il terrorismo neofascista e in difesa della democrazia, una bomba nascosta in un cestino provocò la morte di 8 persone ferendone 102.

Fu solo nel 2015, oltre 40 anni dopo l’attentato, che la Corte di Cassazione italiana confermò le condanne all’ergastolo per Carlo Maria Maggi, dirigente del gruppo neofascista Ordine Nuovo, e Maurizio Tramonte, un informatore dei servizi segreti.

Le condanne hanno finalmente riconosciuto ufficialmente il coinvolgimento dell’estrema destra nell’attentato.

Da domani e dal prossimo 18 giugno si svolgeranno, rispettivamente, il 17mo e il 18mo processo sulla strage con gli imputati Marco Toffaloni e Roberto Zorzi nell’assise presieduta da Roberto Spanò.

Entrambi sono accusati di aver materialmente depositato la bomba assassina nel cestino dei rifiuti che saltò per aria nel cuore di Brescia.

Sull’edizione bresciana del Corriere della Sera di oggi si racconta di come il sindacalista della Cisl (in piazza anche oggi nonostante l’età e i problemi di salute), Franco Castrezzati mentre stava parlando dal palco durante la manifestazione antifascista venne interrotto dalla bomba.

Per il 98esimo compleanno di Castrezzati, la sua famiglia ha realizzato un video in cui completa il suo discorso, mezzo secolo dopo, grazie al ritrovamento del manoscritto originale di 33 pagine.

Eccolo:

«Democrazia e libertà non sono una conquista definitiva e irreversibile. Dobbiamo tonificare i nostri propositi, temprare le nostre volontà, rinvigorire il nostro impegno antifascista.

Se vogliamo assestare un colpo salutare ai rigurgiti fascisti, diamo un volto più preciso a questa nostra democrazia: diamole il volto della libertà, ma di una libertà sostanziale e non solo formale, della libertà dal bisogno, della libertà di stampa, diamole il volto della partecipazione, di un governo cioè nel quale il popolo si vede, si spec- chia e si sente rappresentato. Diamole il volto della giustizia attraverso la quale l’egua- glianza fra tutti i cittadini sia esaltata in coerenza con i valori di dignità della persona umana».

Oggi, sul quotidiano: “La Repubblica” c’è anche un articolo a firma di Benedetta Tobagi, la giornalista figlia di Walter che, sempre il 28 maggio ma del 1980, venne ucciso sotto casa sua a Milano da un commando delle brigate rosse.

Walter Tobagi aveva solo 33 anni ed era giornalista di punta del Corriere della Sera e presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti.

28 maggio, per non dimenticare.