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Se si pensa che solo 4 anni fa la vittoria di Barack Obama e tutta la sua lunga marcia verso le elezioni erano state piene di pathos, oggi vedere queste elezioni così anemiche ci fa pensare che sia passato quasi un secolo.
I grandi toni trionfalistici che avevano accompagnato la sua elezione ( io tra gli altri avevo scritto pezzi al miele per l’elezione di Obama ) oggi sono andati via via scomparendo e anche uno sparring partner come il repubblicano Romney, può arrivare a preoccupare Obama.
Anche se il Presidente uscente alla fine quasi tutti i sondaggi dicono che ce la farà ad essere confermato alla Casa Bianca per altri 4 anni.
Quel che è certo è che quando parliamo di democrazia rappresentativa e la paragoniamo con quelle in giro per il mondo, solo i Paesi anglosassoni, con gli Usa in pole position e la Gran Bretagna a seguire, sono l’esempio migliore di che cosa voglia dire “ricambio” politico. Infatti, tutti i leader politici anglosassone hanno una naturale data di scadenza.
George W. Bush, dopo 2 mandati consecutivi presidenziali ( disastrosi ) è sparito, così fecero nel Regno Unito, prima la Tatcher e poi lo stesso Tony Blair, non proprio due Premier che la storia non ricordi.
Questa è democrazia, signori.
Il resto sono chiacchiere, di solito, da bar ( italiano ).