Finirà a 95 anni. E dall’estero i commenti si sprecano.

D’accordo lo sappiamo, con il secondo mandato di Giorgio Napolitano, la politica italiana ha dato ancora una volta il meglio di sé.
Ma dato che, scrivo sempre male di questi politici, da quando ancora il V day non lo avevano ancora concepito ( e ho detto tutto ) vediamo se siamo solo noi degli inguaribili rompiscatole e pessimisti cronici o se, anche all’estero, si turano il naso davanti a questa novità sul Colle per altri 7 anni. Novità, non per quanto riguarda la scelta di Napolitano, ma perché per la prima volta nella storia della Repubblica, il Presidente è stato rieletto dal Parlamento dopo aver trascorso già 7 anni al Quirinale.
Ma quando venne scritta la Costituzione, forse la scelta del Settennato, presupponeva che potessero bastare quelli al Presidente della Repubblica?
Con la speranza, che di grazia, si potesse riuscire poi a trovarne un altro che rappresentasse l’Unità nazionale. Evidentemente non in Italia e con questa classe politica.

Secondo il Financial Times la sua rielezione è: “sintomo della grave condizione in cui versano i partiti italiani”.

Su El Paìs la sua rielezione: “denuncia il fallimento della classe politica italiana”.

Secondo Die Tageszeitung la conferma al Quirinale di Giorgio Napolitano: “E’ una Waterloo per il PD”.

Potremmo continuare, ma questo dimostra come anche all’estero ormai da tempo i riflettori puntati sulla nostra politica interna sono sempre accesi e motivi per dare spettacolo ne forniamo continuamente.
Purtroppo.

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