Si era partiti con un sit-in pacifico per difendere l’esistenza di un parco pubblico nel centro di Istanbul.
Poi, Piazza Taksim è diventata un simbolo dai diversi significati.
Il primo, quello più antipatico, è rappresentato dal potere di Erdogan, il premier turco che, attraverso l’uso della forza, ha brutalmente soffocato una protesta democratica.
Peccato che le immagini della polizia turca che utilizza spray urticanti contro i manifestanti hanno fatto il giro del mondo e, l’opposizione all’operato del governo di Ankara, è aumentata in tutto il Paese e oltreconfine, dove il mondo intero si è domandato di come anche un Premier democraticamente eletto, possa diventare un pericoloso despota.
Erdogan, è stato votato dal 50% dei turchi, ma sembra disprezzare e infischiarsene dell’altra metà del Paese e, allo stesso tempo, sembra non voler recitare alcun “mea culpa” nella gestione dei modi con cui si è mosso il Governo turco nei confronti dei manifestanti.
Un clima di repressione talmente autoritario che ha costretto il Presidente turco Abdullah Gul ad intervenire facendo sì che la Polizia abbandonasse la Piazza mentre, allo stesso tempo, Erdogan non retrocedeva poi molto, affermando di non voler tornare indietro sulla decisione di costruire un centro commerciale. Al massimo, ha affermato in una trasmissione televisiva, potremmo costruire una Moschea. Insomma, il Parco morirebbe comunque, nonostante tutto.
Il secondo aspetto, non meno inquietante, è rappresentato da come il potere politico abbia annientato i media e la loro indipendenza. In Turchia, vige un controllo ferrato, su editori e giornalisti.
Questi due aspetti sono legati a doppio filo con l’eccesso di potere e di autoritarismo nelle mani del Governo Erdogan.
E per un Paese che si candida da diverso tempo ad entrare nell’Unione Europea, questo è davvero inquietante.
Prima degli episodi di piazza Taksim, la Turchia rappresentava e, rappresenta tuttora, un’economia emergente, in salute ed in costante crescita. E con un Governo stabile. E ora?
Dal sit-in pacifico fino alla brutale repressione del Governo sui manifestanti, l’immagine di questa Turchia più moderna, ricca e più occidentale, ne esce molto più appannata con troppe zone d’ombra e con un’idea più opaca del Paese da parte dell’opinione pubblica internazionale.